Il problema dell'inquinamento luminoso e le luci parassite

I lampioni stradali che disperdono luce nell'ambiente non rispondono più alle attuali tendenze e normative in materia di inquinamento luminoso. Nelle vecchie installazioni, la dispersione luminosa verso l'alto era notevole, mentre un buon lampione dovrebbe invece presentare "zero emissioni a 90 gradi", ovvero illuminare solo la strada, e non il cielo e le case attigue. Fortunatamente, il numero dei vecchi lampioni stradali ad alta dispersione luminosa è diminuito sensibilmente negli ultimi anni, anche se non è ancora del tutto azzerato.

Un problema sottovalutato è invece quello delle luci parassite dei privati che emettono nella direzione sbagliata, vanificando gli interventi anti-inquinamento luminoso dell'illuminazione pubblica. Un esempio sono le luci esterne che vengono tenute accese anche a notte fonda fuori dalle abitazioni. Fra gli esempi più deleteri, vi sono le classiche lampade da giardino montate su paletto, che creano addirittura un cono d'ombra verso il basso, illuminando in maniera errata e dannosa il cielo più del suolo.

Alcune luci possono avere un'utilità pratica (illuminazione di camminamenti, spazi e percorsi), mentre altre non hanno alcuna ragione d'essere. Forse vengono tenute accese per paura dei furti, oppure per qualche atavica ed inconsapevole ragione apotropaica? Purtroppo, le luci esterne non hanno alcuna valenza deterrente nei confronti dei malintenzionati: la cronaca dimostra che le abitazioni ben illuminate all'esterno, ad esempio le villette, sono fra le più appetite dai ladri.

Le luci parassite rendono il cielo notturno chiaro e lattiginoso, creando notevoli problemi, ad esempio alle osservazioni astronomiche da parte di professionisti e dilettanti. Un altro problema si crea nell'interferenza delle luci parassite sulle fotografie notturne. Vi è poi un aspetto ulteriore, forse il principale: in molti casi le luci indesiderate, se tenute accese in maniera continuativa anche a notte fonda, disturbano il ciclo naturale del sonno, costringendo a difendersi dalla luminosità innaturale con dispositivi oscuranti.

L'avvento dei LED ha poi portato ad un paradosso: queste lampade hanno un'elevata efficacia e, a parità di energia consumata, emettono molta più luce delle loro antenate. Come risultato, le normali lampadine che oggi si acquistano nei negozi sono più luminose di prima. Un tempo, una normale lampadina ad incandescenza (60 watt) o fluorescenza (16 watt) emetteva tipicamente 700-800 lumen. Un led attuale da 10/12 watt supera facilmente i 1000 lumen. Inoltre, la colorazione è generalmente più fredda e fastidiosa all'occhio umano. I led a basso costo di provenienza asiatica non sono sottoposti ad adeguati controlli di qualità, e la loro elettronica scadente può portare a sfarfallii ed accensioni intermittenti.

Il problema potrebbe essere efficacemente risolto con l'installazione di lampade di buona qualità e fattura, con luce diretta verso il basso, colore bianco caldo di 2700 K al massimo, dotate di un temporizzatore per lo spegnimento entro l'ora del riposo (indicativamente le 23/24), oppure di un sensore di movimento affinché la luce si spenga dopo il passaggio. Non è solo un atto di ecologia, ma anche un vantaggio per la bolletta elettrica.