Le vie d'arrampicata «Cesare 1» e «Cesare 2»

Riscoperta di due vie sul Monte Pirchiriano alla Sacra di San Michele in ricordo di Cesare Re

La pubblicazione di questo piccolo contributo vuole essere un ricordo della figura di Cesare Re, che negli anni '40 ha aperto due vie sul Monte Pirchiriano presso la Sacra di San Michele in Val di Susa (Torino). La descrizione che segue è tratta da una pubblicazione del CAI (1958), citata in calce.

vie arrampicata Cesare 1 e 2

Via Cesare 1
(descrizione storica) Cento metri a destra del fabbricato diroccato di una vecchia cava scende un canale ghiaioso, salire nell'immediata destra di questo (traccia di sentiero) verso i ruderi di una piccola casetta; dalla costruzione il sentiero sale ancora per una trentina di metri, quindi gira a destra inoltrandosi in un basso boschetto di sterpaglie; continuare su questo, ancora per 5 minuti sino ad arrivare ad una biforcazione: proseguendo 20 metri per il sentierino di sinistra si raggiunge la base di una placca di 25 metri (dalla strada 15 minuti).
Attaccare sulla sinistra, quindi obliquare a sinistra e proseguire sino ad una comoda cengia (25 metri III). Salire qualche metro verso destra per poi attraversare una decina di metri su di una cengia erbosa sino a un masso triangolare (facile). Dal masso (chiodo assicurazione) salire direttamente per 4 metri su di una placca ben articolata, quindi attraversare decisamente a destra su un'esile cengia, sino a raggiungere una fessura che in pochi metri porta alla sommità del primo salto (25 metri, III sup.).
Direttamente, superando un pendio erboso, raggiun gere la base del diedro di 45 metri all'inizio del secondo salto. Salire i primi 10 metri di questo leggermente a destra, ritornare a sinistra del fondo del diedro e raggiungere una comoda cengia ai piedi degli ultimi metri del diedro ora leggermente strapiombanti (40 metri, II-III, ottima assicurazione sul tronco di un pino).
Superare questi ultimi metri arrampicando nel fondo fessurato del diedro sino ad arrivare su di una terrazza (10 m, IV-III).
Da questo punto ha inizio la caratteristica cengia di collegamento con la Cesare 2.
Continuare a destra su un facile spigolo per 10 metri, quindi attraversare a sinistra in leggera salita una placca sino ad arrivare nel fondo del diedro, proseguire 10 metri su questo, uscendo poi nello spigolo a sinistra per una piccola breccia (25 metri, III sup.). Salire per qualche metro a sinistra dello spigolo, sino ad arrivare alla base di un camino di 50 metri che, in due lunghezze di corda sul III e IV grado, conduce alla cima.
Discesa: dall'uscita del camino, superato qualche breve salto ed attraversato un piccolo boschetto, si scende per un pendio roccioso sino ad una valletta, da dove ha inizio un comodo sentiero pianeggiante che scendendo in direzione del paese si riallaccia al sentiero di discesa della via Ravelli.

Via Cesare 2
(descrizione storica) L'attacco della «Cesare 2» si può raggiungere continuando a destra (ovest) per il sentierino che porta alla base della Via Diretta di Centro, percorso sconsigliabile perchè quasi completamente ostruito dalle sterpaglie.
Dal piano ad ovest della cava diroccata, a destra in direzione di una croce di pietra, scende un piccolo ghiaione; risalire questo (traccia di sentiero) sino ad incontrare un sentiero che sale verso destra; seguire questo per una ventina di metri, quindi raggiungere il vertice di un masso sotto la placca di attacco interrotta a metà da un tetto.
Salire leggermente a sinistra per alcuni metri su di una fessura facile con piccole piante, per poi attraversare a destra sotto il tetto, per 2 metri. Superato questo direttamente (2 chiodi, IV sup.) proseguire sulla placca sovrastante per 10 metri sino a raggiungere la comoda cengia sotto il secondo saltino (III sup.).
Un altro itinerario sale parallelo 10 metri a destra superando il tetto in libera (35 metri, IV-V). Attaccare il secondo salto qualche metro a destra, alzandosi facilmente di qualche metro ed attraversare 2 metri a sinistra (2 chiodi, IV medio), quindi superando direttamente la successiva placca di 10 metri (III sup.) uscire nel grande pendio erboso. Continuare su questo per circa 80 metri aggirando leggermente a destra dei massi sino a raggiungere, sotto a caratteristici strapiombi, la cengia di collegamento che, percorsa a sinistra, conduce alla base del secondo tratto di 10-15 metri, che si presenta sotto forma di arditissimo pilastro alto 80 metri.
Attaccare nel diedro di rocce rotte, che sale a sinistra di un piccolo spigolo (chiodo base in parete); continuare 8 metri su questo poi attraversare 3 metri a destra raggiungendo il filo dello spigolo (IV sup.). Salire nello spigolo diagonalmente a sinistra raggiungendo in breve un comodo punto di sosta (5 metri, 1 chiodo rimasto, IV sup.). Salire diagonalmente 4 metri a destra, su di una fessura, ritornando poi a sinistra per un corto diedro.
Proseguire per una decina di metri nel fondo del (10 metri, ottimo punto di sosta) diedro-canale a destra del pilastro, su rocce facili. Quindi, poco prima che il diedro diventi verticale, attraversare decisamente 4 metri a sinistra su di una placca esposta con appigli dove, salendo obliquamente a sinistra, si arriva su di una cengia (1 chiodo, IV sup.). Attraversando sulla cengia a destra si raggiunge una fessura che, in 25 metri facili, porta alla sommità del pilastro. Salire 15 metri sul canalino di fronte all'uscita quindi, attraversando a sinistra un successivo canale, si raggiunge in breve la fine della via «Cesare 1».

Cesare Re (1924-2011) si è dedicato alla montagna sin da giovanissimo, compagno di scalata di nomi anche celebri dell'alpinismo di allora. Sposò Neve Borgione (1915-2005), una delle poche donne alpiniste ad aver scalato i principali "Quattromila" già negli anni '40. Nel dopoguerra fu socio attivo del CAI e del Gruppo Speleologico Piemontese. Il suo obiettivo però, più che di collezionare vette, era di vivere appieno la montagna e il suo ambiente, in un pensiero che si è sempre sublimato nella filosofia e nella spiritualità della natura. Profondo conoscitore delle montagne piemontesi, era in grado di citare con grandissima facilità i sentieri e le vie nei più minimi dettagli. I suoi interessi poliedrici spaziavano inoltre sulla geologia, la geografia, la storia, la micologia, l'astronomia e molto altro. Per scelta personale, dettata dalla grande modestia e discrezione, non lasciò memorie scritte sulla propria vita.

Cesare Re e Piero Malvassora negli anni 50
Cesare Re (a destra) con l'amico Piero Malvassora negli anni '50

Bibliografia